Ferdinando -per gli amici Nando- è un ragazzo tanto alto quanto dolce! In paese lo conoscono tutti, è famoso, infatti, per le passeggiate mattutine con la sua inseparabile bicicletta, eppure, c'è qualcosa che forse non tutti sanno: dietro a quel dolce sorriso si nasconde un'anima fragile e delicata. Ferdinando è molto timido quando deve parlare di sé, per questo motivo cerchiamo di rompere il ghiaccio e di chiedergli da quanto tempo conosce la sede della UILDM di Saviano “Francesco Ciccone”: «Vado al centro circa dal 2012 e nel corso degli anni ho fatto amicizia con i ragazzi, ho conosciuto diversi volontari, ho imparato a fare molte cose grazie alle varie attività che facciamo, ma soprattutto MI DIVERTO TANTO! La UILDM di Saviano è come se fosse un pezzo della mia famiglia. Devo ringraziare Nello Ciccone per questo: è grazie a lui che ho conosciuto questo posto e nonostante adesso mi manchi molto, quando siamo tutti insieme al centro, lo sento vicino».
Dopo queste parole, il nostro “gigante buono” si fa scappare una lacrima. La UILDM di Saviano ha accolto Nando e tanti altri ragazzi, come lo farebbe una famiglia e quando alcuni componenti sono scomparsi, la tristezza ha preso tutti i ragazzi. Ma proprio come una famiglia si fa forza a vicenda nel dolore, Nando e gli altri si sono stretti forte ed insieme hanno continuato a far vivere le pareti di quello che sarebbe un semplice edificio, senza l'anima delle persone che lo popolano e di quelle che lo hanno ideato. Nando ha affrontato tante prove nella vita, fin da piccolo ha dovuto imparare a correre e a giocare avendo una protesi per metà gamba, ma questo non è stato mai un ostacolo per la sua felicità: «Della mia infanzia ricordo la casa dove sono cresciuto che si trovava al centro di Saviano, il profumo della pasticceria che si trovava vicino casa, le tante corse con gli altri bambini, i pomeriggi passati a giocare a calcio e a nascondino».
I bambini si adattano ai cambiamenti e sono “fluidi” rispetto alle sfide che gli si presentano, ma crescendo, spesso, le inquietudini e il sentimento di tristezza si palesano più facilmente: «Durante la mia vita mi sono sentito solo, perché rispetto ai miei coetanei magari non ho dei figli»; approfittando del clima che si è creato, chiediamo a Ferdinando se gli è mai capitato di sentirsi in imbarazzo a causa degli altri: «A volte, per strada mi sono sentito fissato, ma ho ignorato queste persone, perché non mi faccio abbattere dai loro sguardi: SONO UN TIPO DURO! Oggi posso dire felicemente di non essere solo: ho voi, i miei amici e la mia famiglia e so che ci sono delle persone che tengono a me».
Infine, chiediamo a Nando cosa lo rende felice, cosa più di tutto lo fa star bene, e lui senza pensarci troppo ci risponde: «Quando penso a dover trascorrere una giornata in compagnia, sto già bene perché so già che passerò una GIORNATA DIVERSA. L'altro è forza per me!»
Con queste parole, semplici ma efficaci, Ferdinando riporta l'attenzione di tutti ad un concetto che talvolta perdiamo di vista: l'altro è ricchezza, forza e arricchimento, e mai e poi mai dovrebbe essere messo da parte. Del resto, se qualcuno diceva che l'uomo è un animale sociale, dovrà pur esserci una ragione!