Il racconto di Angelo

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Il protagonista della storia di oggi -Angelo- è capace di scaldare il cuore di tutti i volontari. Per Angelo la sede della UILDM di Saviano “Francesco Ciccone” è familiare e fin da subito ci accorgiamo che è parte integrante della sua vita: «In tempi normali, mi svegliavo la mattina aspettando l’ora in cui il pullman sarebbe passato per venire al centro: il centro è il mio PENSIERO FELICE».

Angelo è di poche parole, ma la sua allegria è contagiosa e riesce ad essere accogliente anche verso chi si reca per la prima volta nella struttura. Durante le usuali attività, capita che Angelo si scoraggi un po’, almeno inizialmente, credendo di non poter superare nuove prove, ma appena trova il conforto di un amico o la mano tesa di un volontario, i suoi occhi si illuminano di gioia ed è pronto per qualsiasi cosa, purché non sia solo!

«Il centro è un posto bello: balliamo, ci divertiamo, ma soprattutto stiamo in compagnia!» - Con queste parole percepiamo il valore più importante, forse, che l’esperienza associativa fornisce ad Angelo, così come a tutti gli altri che ne frequentino l’ambiente: il senso di comunità. La comunità che purtroppo, valicati i confini del centro sociale, spesso non ha spazio per determinati individui, etichettati come “casi clinici”, verso i quali non si presta alcuna attenzione. Al centro sociale i ragazzi e i volontari, insieme, imparano a prendersi cura dell’altro in quanto persona, aldilà di qualsiasi pregiudizio.

È sempre possibile trovare dei punti di comunione se si vuole far rete, ed Angelo lo sa bene, perché quasi inconsapevolmente, con un piccolo gesto, riesce a creare un’occasione di incontro: «Il mio momento preferito al centro è quello del caffè: per me il caffè è un modo per scambiare chiacchiere e battute, è anche un modo per dire a qualcuno “ti voglio bene”».

Se Angelo è così, però, lo deve anche ad una persona in particolare: «La persona più importante della mia vita è mia madre, soprattutto dopo aver perso mio padre, lei è il mio punto di riferimento! Mia madre si prende molto cura di me e io la ringrazio sempre, cercando di collaborare a casa come posso».

Angelo ci insegna che per fare del bene, per prendersi cura dell’altro e capire i suoi bisogni, basta davvero poco: un semplice caffè e il cuore puro di chi è disposto ad ascoltare. 

L’avreste mai detto che prendere un caffè insieme avrebbe potuto essere un’azione rivoluzionaria?!

 

Ritratto di admin_saviano

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